La Valle d’Aosta agli occhi dei Valdostani #2 Carlo e 330 km di passione

20150806_211230Questo articolo è il secondo della serie „La Valle d’Aosta agli occhi dei Valdostani” nei quali invito le persone che vivono in Valle d’Aosta a raccontare la Valle come la vedono loro. Lo faccio per i miei lettori polacchi, per scoprire i posti, itinerari e gusti nuovi, per lasciare la parola a chi conosce la Valle molto meglio di me.

Subito dopo la prima intervista con Alex, #1 dalle Alpi ai Tatra, ho capito quanto questa novità sul mio blog è arricchente per i miei lettori e stimolante per me!  Le interviste che faccio le traduco e pubblico in polacco, ma per valorizzare il tempo di chi si è reso disponibile le lascio anche in originale. La descrizione delle foto dovrà rimanere in polacco per le questioni „logistiche”, ma penso che si capisca lo stesso.

Oggi tocca a Carlo a rispondere alle mie domande. Non credo di dover spiegare dove ci siamo conosciuti come ho fatto con Alex :-). Ci conosciamo da un paio di anni e in teoria era il primo che mi è venuto in mente a intervistare per la sua passione verso la montagna e il cibo.

Ecco l’intervista. Buona lettura.

Da sempre vivi in Valle d’Aosta, che effetto fa vivere ai piedi delle cime più alte d’Europa? 

Penso che sia facile dare per scontate le cose che hai davanti agli occhi tutti i giorni, persino questo spettacolo. Ho comunque avuto la fortuna di aver vissuto lunghi periodi al di fuori della Valle d’Aosta, e questo mi ha permesso di guardare con occhi nuovi alle mie montagne e di rendermi conto della loro bellezza. Vivere in montagna è divertente, se ti piace lo sport. Puoi sciare, andare in bicicletta, fare una passeggiata e trovare panorami sempre nuovi. 

D’inverno fai sci di fondo, d’estate corri e vai in bici. Quali sono i tuoi posti preferiti per fare queste attività in Valle?

Per molto tempo ho sciato quasi esclusivamente a Cogne, per quanto riguarda il fondo. Ultimamente ho deciso invece di girare il più possibile i vari comprensori sciistici della regione, è più divertente cambiare. In particolare, mi piace, d’inverno, il martedì e il giovedì, andare dopo il lavoro a sciare sulla pista di Saint Nicholas. E’ illuminata artificialmente e permette di sciare in notturna. Fa un certo effetto passare in quaranta minuti dall’ufficio al contatto con la neve. Per quanto riguarda la bicicletta, la Valle è piccola, alla fine si gira tutta, tra colli, fondovalle e qualche escursione in Svizzera e Francia tramite i colli del Grande e del Piccolo San Bernardo. Correre invece è più divertente in montagna, sui sentieri. Fai tanto fiato, ma non è l’ideale per preparare gare lunghe in piano.

carloTra l’inverno e l’estate credo che tu abbia visto tutti gli angoli della Valle d’Aosta, oppure ci sono i posti che non sei riuscito ancora a vedere?

Conosco poco la Val d’Ayas, ma quello che ho visto mi piace molto.

Come si vive in una regione molto turistica durante le alte stagioni quando la Valle si riempie di turisti?

Finalmente qualcuno in giro per strada! Il valdostano non tende a uscire molto a fare quattro passi nelle stagioni fredde. D’inverno, quando ci sono i turisti, Aosta e tutta la Valle sono più vive. E anche d’estate fa piacere, a parte le macchine dei turisti che vanno troppo lente sulle strade montane!

Hai partecipato e concluso il Tor des Geants, l’ultra trail più duro al mondo, che si svolge in Valle d’Aosta. Racconta cosa significa fare 330 km in pochi giorni. Che spirito c’è lungo il percorso? 

Più che altro sono i 24.000 metri di dislivello positivo! Per me è stato un atto d’amore verso la mia Valle d’Aosta. C’erano troppe zone che non avevo mai visto pur abitando qui da una vita e questo era un modo per girarla tutta. Ho partecipato in totale a tre edizioni, le prime tre, e le cose sono molto cambiate già nel giro di due anni. Ora non so più come sia, ma all’inizio c’era una grande familiarità, uno spirito di gruppo che ti univa perché, diciamocelo, di pazzi che avevano voglia di correre notte e giorno per 6 giorni, su e giù per le montagne, al mondo ce n’erano pochini. Invece, già nel giro di poco tempo è diventato un fenomeno di massa. C’è qualcosa di magico nel modo in cui chi assiste alla gara ti guarda, ti parla, in cui i volontari ti aiutano. Ricorda i miti dell’antica Grecia, diventi eroe, e incarni questa figura anche per chi non parte con te. Loro lo sanno e te ne sono grati, perché in qualche modo redimi anche le loro sorti dalla monotonia di tutti i giorni, gli dai un senso. O almeno gli sguardi di chi incontri sembrano dirti questo. 

Chi può fare il TdG? Come ti sei preparato?

Chi può fare questa competizione? Qualcuno di molto allenato e senza grossi problemi strutturali. Altrimenti, su 330 chilometri, prima o poi qualcosa ti ferma. La preparazione… pensa un po’ per le edizioni che ho finito, la prima e la terza, non ho fatto alcuna preparazione specifica, oltre ai consueti allenamenti di corsa in montagna che facevo per la stagione della “Martza a pia”. Il secondo anno, invece, ero allenatissimo, ripetute, tabelle, cardiofrequenzimetro e… a metà strada non potevo più appoggiare il peso su un ginocchio. Sono tornato a casa in elicottero.

Tor des Geants 2010. Carlo dobiega do mety :-). Źródło: rchiwum własne Carlo.

Tor des Geants 2010. Carlo dobiega do mety :-). Źródło: Archiwum własne Carlo.

So che sei un amante del cibo quindi non può mancare una domanda sui posti assolutamente da visitare per mangiare e bere. Con te andiamo sul sicuro, insomma, quindi consiglia qualcosa ai miei lettori sia ad Aosta che fuori.

Come qualità media, nulla batte la Valle di Cogne: “Lou Bequet” è il mio ristorante preferito, poi la “Brasserie di bon bec”, ma a Cogne basta entrare in un posto qualsiasi e si va sul sicuro. Anzi, se si partecipa a marzo a “Cantine aperte”, oltre ad assaggiare i vini si possono degustare piatti preparati da tutti gli esercizi che partecipano alla manifestazione. Altrove, “Les fleurs d’Aquilou”, a Thouraz, una località suggestiva, un po’ lontana dal fondo valle, all’imbocco della vallata del Fallère, di fronte alla frana che a metà del ‘600 cancellò la prospera cittadina di Thouraz, allora al crocevia di importanti vie di comunicazione. A Saint Christophe, “Chez Bionaz”, Ad Aosta “Il Bistrot”, ma solo a pranzo!

Conosci bene la Valle di Cogne, allora spiegaci perché questa valle è così conosciuta in Italia?

Si, effettivamente la conosco, perché la frequento fin da bambino. E’ una combinazione di diversi fattori che ha contribuito alla sua fama: una storia mineraria importantissima (la qualità del minerale estratto a Cogne era tale che i primi razzi nasa avevano componenti fatte con l’acciaio di Cogne. Sempre con l’acciaio di Cogne era stata fatta la flotta italiana del ventennio fascista, impressionante per potenza, ma… colata a picco al primo bombardamento perché i generali italiani non avevano voluto comprare il radar proposto loro dagli inglesi. Non c’era spazio a bordo!!!), la presenza dell’unico 4000 interamente in territorio italiano, il Parco nazionale del Gran Paradiso e la frequentazione nel passato di personaggi illustri: prima il Re Vittorio Emanuele II, poi alcuni padri della Patria, armatori… Ancora, una storia sciistica di rilievo, per il fondo. A Cogne ormai da decenni ha luogo la “Marcia Gran Paradiso”.

Cosa offre Cogne di interessante ai turisti d’estate e d’inverno?

Sicuramente uno dei territori più belli paesaggisticamente. Gite a piedi, sci di fondo d’inverno.

Valnontey

Valnontey

A tuo avviso quale è il posto in Valle d’Aosta:
– da vedere anche se poco considerato dalle varie guide?

Non so cosa consiglino le guide, ma è molto interessante girare per i borghi di media montagna come Saint Denis, si scoprono paesaggi incantevoli.

– più romantico

Il bivacco Reboulaz, verso la valle di Saint Barthélemy o il Teatro romano di Aosta, quando è illuminato la notte.

– più bello

La vallata di Cheneil, in Valtournenche.

Non può mancare la domanda come sono i valdostani ;-)?

Non ricordo chi diceva che il vero valdostano è quello che guarda le cime con nostalgia anche se è appena sceso da una vetta. Si dice anche che il carattere dei valdostani migliori con la quota. C’è del vero in entrambe le affermazioni.

Se tu potessi scegliere un posto dove andare a vivere, al di fuori della VdA, dove andresti?

Intendi dire oltre alla Polonia (ride n.d.r.)?

Grazie, è stato molto interessante!

A te!

La versione polacca dell’intervista è disponibile qui: Dolina Aosty oczami jej mieszkańców #2 Carlo… 330 km po wysokogórskich szlakach

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6 Comments

  1. Agnieszko! Bardzo lubie Twoj blog, lubie tez VdA 🙂 Pomysl na powyzszy cykl uwazam za fantastyczny, ho letto tutto, mi piace da morire! Notuje wszystkie miejsca, jeszcze tyle do zobaczenia.
    Pozdrowienia z drugiej, szwajcarskiej strony gor! 🙂

    • Agnieszka Stokowiecka

      Grazie mille :-). To dla mnie naprawdę ważna wiadomość i cieszę się niezmiernie, że się „ujawniłaś” i pozostawiłaś komentarz. Mam nadzieję, że ten cykl będzie dla moich czytelników workiem inspiracji ;-). Pozdrawiam ciepło!

  2. „Saint-Nicolas” 😉

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