La Valle d’Aosta agli occhi dei Valdostani #5 Gianluca – il miglior sommelier in mezzo ai quattromila

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Oggi pubblico l’appuntamento mensile con la serie „La Valle d’Aosta agli occhi dei Valdostani„. Ho scoperto che le interviste fatte con le persone che vivono in Valle d’Aosta piacciono molto ai miei lettori polacchi! Aspettano sempre quel giorno del mese per scoprire qualcosa di nuovo e di inatteso! Forse sto diventando troppo prevedibile con i miei articoli e le interviste sono invece sempre una sorpresa 😉 .

Per la quinta intervista ho invitato Gianluca Arcaro che lavora presso La Bottegaccia ad Aosta e quest’anno si è aggiudicato il titolo del miglior Sommelier della Valle d’Aosta. E’ giovane, simpatico e tanto chiacchierone 😀 . Come potevo non farlo conoscere ai miei lettori? Ci siamo incontrati a fine ottobre per parlare della professione intrapresa, del vino, del concorso, ma anche dei suoi posti preferiti in Valle d’Aosta.

Buona lettura.

Due cose importanti nella tua vita?

La montagna e la tavola!

Racconta un po’ di te. Che cosa ti ha spinto a intraprendere il percorso da sommelier, era la tua passione da sempre oppure è arrivata strada facendo?

Ho 25 anni e sono diplomato al liceo scientifico, quindi abbastanza lontano dal mondo del vino. Dopo la maturità ho intrapreso gli studi a Torino, direzione Scienze e cultura delle Alpi. Nel 2010, era un percorso nuovo, studiato tra le varie facoltà dell’Università di Torino per creare le figure professionali in grado di valorizzare il patrimonio storico-culturale ed economico-territoriale della montagna. Era una laurea triennale, ho fatto due anni e poi ho abbandonato il percorso perché mi sono reso conto che non era molto recepito ne dalle amministrazioni ne dal territorio.

Mentre studiavo lavoravo già nell’azienda familiare che opera nel settore dei trasporti, il che mi permetteva di vivere tranquillo e intraprendere il corso da sommelier organizzato dalla Associazione Italiana Sommelier (AIS), sezione Valle d’Aosta, la più grande associazione in Italia riconosciuta a livello nazionale che raccoglie tutto il mondo italiano del vino. L’ho fatto per avvicinarmi al mondo del vino, non avevo prima conoscenze particolari, volevo appunto approfondire.

Gianluca Arcaro La Bottegaccia

Come è strutturato il corso per diventare il sommelier in Italia?

La didattica del corso è uguale in tutto il territorio nazionale, il corso si compone di tre livelli, ciascuno della durata di 6 mesi. Il primo livello prevede le basi dell’enologia e lo studio su come avviene la degustazione del vino. Durante le lezioni si assaggiano anche i vari vini. Il secondo livello prevede lo studio in dettaglio dei vini e vitigni regione per regione per il territorio Italiano e un approfondimento sulle principali zone vitivinicole nel mondo, con particolare attenzione a Francia, Germania, Spagna. Il terzo livello è invece incentrato sull’abbinamento cibo-vino, con alla fine un esame scritto e orale. Il corso ha un costo di circa 1500-2000€ ed ogni parte ha 18 lezioni, con piccole differenze tra regione e regione.

In che cosa consiste il lavoro del sommelier?

Il lavoro del sommelier è molto vario e legato a diverse realtà: dal mondo della ristorazione, alle fiere, agli eventi ed alle degustazioni in pubblico e nel privato per conto di aziende e riviste di settore. Ogni ambito richiede competenze diverse, ma ciò che accomuna è la profonda conoscenza del mondo del vino e il loro abbinamento con il cibo.

Dopo l’acquisizione della qualifica del sommelier ci sono prospettive di lavoro nel settore?

Si, sia in Italia che all’estero. In Italia funziona un po’ come in tutti i settori che toccano in qualche modo il turismo, il lavoro può essere continuativo ma può anche essere stagionale..

Sicuramente una persona che ha da poco concluso il corso da sommelier ma non ha mai lavorato nel settore farà fatica a trovare subito un lavoro fisso. All’inizio è opportuno partecipare ai vari servizi organizzati dall’AIS che possono fare curriculum e aiutare a entrare nel giro.

Tu lavori come sommelier in uno dei posti più carini ad Aosta per quanto riguarda l’aperitivo con il vino, come hai fatto a trovare il lavoro?

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E’ stato un caso. Dopo la conclusione del corso da sommelier ho fatto vari servizi con l’AIS, successivamente per la stagione invernale mi sono trasferito a Champoluc per lavorare in un albergo come sommelier. Ho cominciato anche a inviare curriculum all’estero. Nel giro di un mese ho ricevuto un paio di proposte di lavoro dall’Inghliterra, ma nel frattempo il direttore del corso da sommelier mi ha detto che “La Bottegaccia” cercava un sommelier. Sono andato a fare il colloquio e mi hanno assunto! E’ stato davvero un caso, io ero disposto ad andare anche all’estero. Sono comunque contento di essere rimasto in Italia.

Che ruolo gioca il vino nella cultura italiana?

Il vino ha sempre ricoperto un ruolo molto importante nella vita degli italiani, anche quando non c’era la cultura del vino, non si studiavano le sue caratteristiche, non c’era legislazione di tutela, concorsi ect. Sulla tavola era sempre presente, poteva mancare l’acqua ma mai il vino. Oggi oltre a tutto ciò il vino è diventato anche un grande affare internazionale.

Quali sono i tuoi gusti sul vino?

Il vino va abbinato al cibo, quindi è difficile dire quali sono i miei gusti, perché dipende cosa è presente sulla tavola. Però se devo scegliere un vino che mi piace in particolare direi un Barolo da singola vigna di Serralunga d’Alba, il Vigna Rionda, un rosso corposo di lunga maturazione.

A giugno hai vinto il concorso per il miglior sommelier della Valle d’Aosta, il che ti ha permesso di partecipare al concorso nazionale, che valenza hanno le due competizioni per la carriera professionale di un sommelier?

Vincere il concorso per il miglior sommelier della Valle d’Aosta è prestigioso, ma diciamo che non cambia un granché la carriera professionale. Permette di partecipare al concorso a livello nazionale che, se vinto, può dare grande visibilità a livello nazionale e una svolta della carriera! Per arrivare al concorso nazionale o bisogna vincere il concorso regionale oppure una selezione organizzata dall’AIS per coprire i posti che sono rimasti vuoti perché questo specifico anno qualche regione non ha organizzato il concorso regionale.

Come esempio di svolta nella carriera posso citare Dennis Metz (37 anni) che nel 2012 ha vinto il titolo del Miglior Sommelier d’Italia 2012. Friulano, all’epoca del concorso lavorava in Valle d’Aosta, dopo la vittoria si è trasferito a Venezia per lavorare presso uno dei ristoranti più prestigiosi, la Locanda Margon delle Cantine Ferrari. Ha continuato a far crescere la sua carriera professionale da sommelier anche attraverso altri concorsi sia a livello italiano sia mondiale. Si, la vincita del concorso nazionale decisamente apre nuove prospettive di carriera.

Un vino buono deve essere per forza caro?

Certo che no, qui però entriamo in un discorso di prezzi e aspettative. Se pago 5 euro un bottiglia di vino sono davvero molto contento se trovo un vino buono. Se invece la pago 50 mi aspetto che sia ottimo! Spesso è così. Diciamo che a un prezzo molto economico si trovano tante ciofeche e bisogna cercare tra i vari produttori, ma con un po’ di pazienza ed esperienza si possono scoprire delle grandi sorprese!

Valle Gran San Bernardo

Quali sono i vini/vitigni valdostani che apprezzi maggiormente?

Per il vino bianco la Petit arvine è in assoluto il mio prefeirto, accompagnato dall’ottimo Muscat de Chambave. Tra i rossi spiccano il Fumin ed il Vuillermin, senza dimenticare il Torrette Superieur.

Che tipo di informazioni utili si possono leggere dall’etichetta di una bottiglia di vino?

L’etichetta di una bottiglia ci fornisce un sacco di informazioni sul vino e sulla sua origine. Le più importanti sono relative alla regione di produzione, tipo di vitigno, nome, se il vino è D.O.C, D.O.C.G o I.G.T. che sono considerati una garanzia di qualità, nome del produttore o grado alcolico.

Come si consuma il vino in Olanda?

In Olanda il consumo del vino è un fenomeno recente. L’Olandese solitamente è più abituato a scegliere e bere birra e quando si trova davanti ad una bottiglia di vino rischia di trovarsi in difficoltà se non trova un venditore competente e preparato e spesso si basa sul prezzo. Sul mercato olandese ci sono ancora pochi vini italiani per cui è poco conosciuto. Paradossalmente per l’importatore costa meno acquistare un container di vino del Sud Africa che far arrivare un camion dall’Italia. Si trovano diversi vini tedeschi e moltissimi spagnoli e francesi in quanto essi sono molto più bravi a vendere i loro prodotti. Lo Champagne lo conoscono tutti, ma un equivalente italiano come il Franaciacorta molti meno!

L’aperitivo acquista sempre più spazio anche in Polonia, tu che tipo di vino e stuzzichini consigli per questo momento conviviale?

Per l’aperitivo si cerca sempre qualcosa di leggero, in quanto è un momento tra la fine del lavoro e la cena. Di solito per l’aperitivo si sceglie uno spumante, come un buon prosecco, accompagnati anche semplicemente da patatine e noccioline. Qualcosa che faccia venire fame e voglia di un altro bicchiere di vino! Se invece parliamo di “apericena”, che ultimamente va di moda, si propongono pietanze facili tipo salumi, formaggi o risi freddi.

I tuoi posti preferiti in Valle d’Aosta?

La Bottegaccia, può sembrare strano perché ci lavoro, ma è davvero un posto molto bello e ci vado anche per l’aperitivo con amici quando ne ho l’occasione. Le Terme di Pré-Saint-Didier per i momenti di relax e La Valle del Gran San Bernardo a cui sono molto affezionato per la sua splendida natura.

Grazie Gianluca per l’intervista! 

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L’intervista vi è piaciuta? Leggete anche le altre: Alex, Carlo, Ugo e Rosanna e Lucia.

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4 Comments

  1. La figura professionale del sommelier è molto interessante. Complimenti per l’intervista 🙂

  2. Sempre molto interessante! Buon Anno!

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